Nell'ultimo decennio notevoli progressi hanno permesso agli scienziati di contare e caratterizzare i geni nei
nostri batteri intestinali. I risultati sono stati sorprendenti. I nostri batteri intestinali hanno da 250 a 800 volte
più geni di quanti ne abbiamo noi. Ancora più notevole, questi geni batterici producono sostanze che entrano
nel flusso sanguigno umano, influenzando la chimica del nostro corpo. Ciò significa che è del tutto plausibile che
i batteri nel nostro intestino potrebbero influenzare la nostra salute. Come potrebbero influire sul nostro peso? Quando mangiamo cibo, il nostro intestino lo scompone in piccoli pezzi.
Solo i pezzi più piccoli vengono assorbiti nel nostro sangue. Il resto viene eliminato come materiale di scarto.
In altre parole, non tutte le calorie nel cibo che mangiamo entrano nel nostro corpo e aumentano il nostro peso.
I batteri intestinali aiutano ad abbattere il cibo. Alcuni batteri sono in grado di tagliare il cibo in quei pezzi più
piccoli che vengono digeriti, aggiungere calorie al nostro corpo e quindi aumentare il peso. In teoria, se il nostro
intestino contiene di più di questi batteri, dovrebbe essere più difficile perdere peso. Ma ci sono prove che sia davvero vero? Diversi studi sugli animali e alcuni sull'uomo affermano che lo è. Ad esempio,
gli scienziati hanno trasferito i batteri dall'intestino di due ceppi di topi - uno naturalmente obeso e uno che
naturalmente magro - in un terzo ceppo magro allevato dalla nascita per non avere batteri intestinali.
I batteri trasferiti dai topi naturalmente obesi hanno fatto diventare grassi i topi privi di germi, ma i batteri trasferiti dai
topi naturalmente magri li hanno mantenuti magri. Quindi gli scienziati hanno prelevato batteri da gemelli identici umani, uno obeso e l'altro normopeso, e trasferito quei
batteri nell'intestino di topi magri e privi di germi. I batteri del gemello obeso hanno fatto ingrassare i topi, ma i batteri
del gemello magro no. La scienza sta iniziando a capire il ruolo dei batteri intestinali nell'obesità; un aspetto molto interessante.
Fonte: Harvard Medical School