ALIMENTAZIONE E FIBROMIALGIA

La fibromialgia è una sindrome caratterizzata da dolore e rigidità muscolare diffusi, spesso associati a cefalea, astenia, disturbi dell'umore e del sonno. La terapia negli ultimi 15-20 anni è molto cambiata ed ha abbracciato anche altre alternative oltre alla classica terapia farmacologica.

Diversi trattamenti medici sono usati per trattare la fibromialgia e le recenti linee guida suggeriscono che il trattamento ottimale consista in un approccio multidisciplinare con una combinazione di modalità farmacologiche e non farmacologiche. L’uno non esclude l’altro, anzi possono coesistere in base al grado di gravità della patologia. Esistono anche persone che riescono a tenere a bada la fibromialgia solo con trattamenti non farmacologici. La costanza nella cura è essenziale per il miglioramento della sintomatologia.

Tra il trattamento non farmacologico, l'alimentazione è uno strumento promettente per i pazienti affetti da fibromialgia.

 

Quali sono i trattamenti non farmacologici?

- ESERCIZIO FISICO BLANDO

- AGOPUNTURA

- STRETCHING

- CURE TERMALI

- FITOTERAPIA

- TECNICHE DI RILASSAMENTO

- PSICOTERAPIA

- ALIMENTAZIONE

Come dietista affronterò l’aspetto alimentare e consiglio di approfondire con il proprio reumatologo il resto delle terapia da seguire.

 ALIMENTAZIONE

E’ sostanzialmente dagli ultimissimi anni che in letteratura compaiono ricerche che correlano l’alimentazione e la fibromialgia. Tutte concordano su un’evidenza scientifica: la giusta alimentazione e le giuste specifiche accortezze non sono in grado di curare la fibromialgia ma sono un pilastro importante nel trattamento perché riescono ad alleviare la sintomatologia dolorosa.

Avreste mai pensato che l’alimentazione sarebbe potuta essere in grado di ridurre il dolore? Le ricerche dimostrano di si!

QUALI SONO LE PRINCIPALI EVIDENZE?

- RAGGIUNGERE E MANTENERE UN PESO RAGIONEVOLE

Rispetto ai pazienti con peso normale, i pazienti con obesità e fibromialgia sono soggetti a maggiore disabilità, riportano più comorbidità medica, si muovono meno, riportano una sintomatologia depressiva, disturbi dell’umore, stanchezza, riportano peggiore qualità del sonno e prendono più farmaci per la fibromialgia. Maggiore è il grado di sovrappeso maggiore è la gravità della fibromialgia. Anche se l'aumento del peso non è intrinseca alla fibromialgia, affrontare il soprappeso con una strategia personalizzata che tenga in considerazione la patologia fibromialgica, ed altre comorbilità, dovrebbe sempre essere parte del trattamento di questa gravosa condizione. L’intervento di dimagrimento deve essere graduale e volto al raggiungimento di un peso ragionevole raggiunto naturalmente e gradualmente in u tempo ragionevole e in grado di essere mantenuto nel tempo.

- MANTENERE INTEGRA LA MUSCOLATURA

Dal punto di vista nutrizionale per mantenere integra la massa muscolare è importante mantenere un apporto giornaliero di proteine e soprattutto aminoacidi essenziali, chiamati così perché devono essere essenzialmente assunti con l'alimentazione perché il nostro corpo non è in grado di produrseli. Non tutti gli alimenti contengono queste preziose sostanze. Sono soprattutto presenti in carne, pesce, uova, formaggi e salumi. Anche legumi e cereali li contengono ma in modo parziale; problema che viene risolto se questi alimenti vengono consumati insieme.

Per questo motivo un’alimentazione vegetariana e vegana, se non opportunamente bilanciate, possono provocare carenza nutrizionale e di conseguenza una minore tonicità e una minore salute muscolare.

Anche l’apporto idrico è fondamentale perché la massa muscolare è in parte costituita da acqua.

- ASSUMERE LA GIUSTA DOSE DI MAGNESIO

Il magnesio è un nutriente importante in caso di fibromialgia perché interviene nell’integrità dell’impulso nervoso e nella sintesi delle proteine e quindi è fondamentale per un buon impulso nervoso e una buona funzionalità muscolare. La quantità di assunzione giornaliera raccomandata varia da 80 a 240 mg in base all’età in condizioni fisiologiche. Il magnesio è presente soprattutto nei cereali integrali, nella crusca di frumento e nella frutta a guscio, solo al secondo posto troviamo i legumi poi gli alimenti di origine animale.

- GIUSTA ASSUNZIONE DI ACIDI GRASSI ESSENZIALI DELLA CLASSE OMEGA 3

Gli acidi grassi omega 3 sono definiti essenziali sempre il fatto che il nostro corpo non è in grado di produrseli e deve necessariamente reperirli dal cibo. Gli omega 3 sono necessari per l’integrità della membrana cellulare, per la sintesi delle prostaglandine che rivestono un ruolo biologico importante come mediatori antinfiammatori e sostengono il flusso sanguigno e la trasmissione degli impulsi nervosi. Gli omega 3 sono presenti sia nell’ambiente animale, soprattutto nei pesci, sia nell’ambiente vegetale, soprattutto nella frutta a guscio e nei semi.

- IL RUOLO DELLA VITAMINA B6

La vitamina B6 interviene nel metabolismo degli amminoacidi e del glicogeno e la carenza provoca disordini del metabolismo degli amminoacidi con conseguente malnutrizione e malfunzionamento di sistemi tra cui quello che regola la funzionalità muscolare. La vitamina B6 è scarsa nei legumi, quindi chi segue una dieta vegana è a rischio di carenza nutrizionale se non opportunamente integrata. L’apporto raccomandato varia da 0,3 a 1,7mg, in condizioni fisiologiche, al giorno. Questa dose è facilmente raggiungibile con un’alimentazione che comprenda il consumo di cereali e derivati integrali, frutta a guscio, pesce e carne.

- GIUSTO APPORTO DI ZINCO

Lo zinco è essenziale nel metabolismo delle proteine, degli acidi nucleici e nel metabolismo degli ormoni tiroidei; è poi un importante elemento che partecipa alla formazione della struttura chimica di molti enzimi coinvolti i molti processi antiossidativi. La carenza di zinco o di magnesio possono influenzare l’aumentata eccitabilità dei recettori. Lo zinco aumenta la funzionalità muscolare e nervosa, la formazione del collagene e la guarigione. La dose di assunzione raccomandata è di 3-11mg al giorno, facilmente raggiungibile con una dieta varia: carne 1 a 3 mg, uova circa 1mg, pesce da 1 a 5 mg, latte e derivati da 1 a 11 mg in base alla stagionatura, cereali soprattutto frumento e cereali naturali da 2 a 3 mg, legumi 3,6-2,9mg.

- EVITARE LE ECCITOTOSSINE

E’ importante non solo garantire la presenta di essenziali nutrienti ma anche l’eliminazione di sostanze che potrebbero aggravare la sintomatologia. Recenti ricerche sostengono che sembra ragionevole eliminare alcuni alimenti dalla dieta dei pazienti con fibromialgia, ad esempio le eccitotossine.

Le eccitotossine sono sostanze che vengono aggiunte agli alimenti per esaltarne il gusto. Fanno parte di questa famiglia il. Anche il corpo umano produce glutammato, che ha un ruolo fondamentale nella funzione dell’organismo. Introducendo con l’alimentazione eccitotossine queste vanno ad aumentare il livello di glutammato nel sangue. Dove agiscono? La barriera emato-encefalica, la cui funzione vitale è quella di proteggere il cervello da elementi nocivi esterni, è da sempre considerata una barriera insuperabile: una serratura inespugnabile. Ma questo purtroppo non corrisponde al vero, perché tale barriera possiede recettori (serrature) all’interno e anche all’esterno della stessa, e quando arriva la chiave (glutammato e/o aspartato), queste “serrature chimiche” si aprono, schiudendo pericolosamente la porta a qualsivoglia sostanza tossica come i metalli pesanti, e non solo. Le eccitotossine possono avere un effetto devastante sul sistema nervoso durante ognuna delle fasi del suo sviluppo, dall'embrione all'adulto.

Le eccitotossine vengono utilizzati in quasi tutti i prodotti industriali e quindi diventa particolarmente difficile riuscire ad evitarle totalmente. Tuttavia è importante ridurne l’assunzione in modo da interrompere il processo infiammatorio che hanno innescato. Vanno esclusi o ridotti dall’alimentazione tutti i prodotti industriali e tutti quei prodotti che contengono glutammato monosodico, l’aspartato o l’acido aspartico, il glutammato e l’aspartame

- FIBROMIALGIA E GLUTINE

La sensibilità al glutine non celiaca è sempre più frequente. È una condizione con manifestazioni simili e sovrapponibili a quelle della fibromialgia. L'eliminazione del glutine dalla dieta dei pazienti affetti da fibromialgia è da poco diventata un potenziale intervento dietetico per il miglioramento clinico. È importantissimo specificare però che prima di eliminare il glutine è giusto fare altri accertamenti come escludere la celiachia e la sua predisposizione genetica. Mai eliminare alimenti contenenti glutine senza la supervisione del dietista e del medico perché potrebbero presentarsi problemi di falsi negativi per la diagnosi di celiachia.

- FIBROMIALGIA E INTESTINO IRRITABILE

La fibromialgia è una malattia reumatica cronica che produce dolore diffuso, associata anche alla sindrome dell'intestino irritabile. Quando si presenta questa associazione, una strategia, oltre che a migliorare l'alimentazione in generale, è quella di seguire una dieta bassa in FODMAPS cioè l’acronimo di Fermentabili Oligo-, Di- e Mono-saccaridi e Polioli, serie di carboidrati a corta catena. I FODMAP sono: Oligosaccaridi (fruttani e galattani), Disaccaridi (Lattosio), Monosaccaridi (fruttosio) e Polioli o polialcoli (come sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo).

La riduzione significativa dell'assunzione di FODMAP si riflette sull’aderenza alla dieta (85%) e sulla soddisfazione per il miglioramento dei sintomi (76%). I risultati delle ultime ricerche sono estremamente incoraggianti, mostrando che una dieta con bassi livelli di FODMAP può essere un approccio nutrizionalmente equilibrato, contribuendo alla perdita di peso e alla riduzione della gravità dei sintomi della fibromialgia.

- FIBROMIALGIA E VITAMINA D

La vitamina D è una vitamina liposolubile che derivata principalmente dalla sintesi cutanea (80-90% del nostro fabbisogno giornaliero) attraverso radiazioni ultraviolette e solo in parte (per il 10-20%) assimilabile dagli alimenti soprattutto pesce, uova e formaggi stagionati. Il suo ruolo è fondamentale nell'omeostasi scheletrica del calcio, compresa la modulazione della crescita cellulare, nelle azioni neuromuscolari e ha potenziale proprietà antinfiammatorie. Recenti risultati indicano che l'ipovitaminosi D è altamente diffusa nei pazienti con fibromialgia. Per questo motivo è importante indagare attraverso esami ematochimici il livello della vitamina D nel sangue e seguire precise indicazioni dietetiche per prevenire la diminuzione o per aumentare il dosaggio in caso di deficit. L’integrazione è sicuramente vivamente consigliata in caso di deficit.

 CONCLUSIONE

- la fibromialgia è una condizione debilitate ma se correttamente tratta con tutte le terapie conosciute più adatte alla persona, è possibile conviverci e alleviare i sintomi

- la terapia è multidisciplinare e prevede l'intervento di varie figure professionali ed è la migliore in caso di fibromialgia

- il ruolo del miglioramento dello stile di vita è in grado di migliorare lo stato di benessere generale della persona e di alleggerire la sintomatologia dolorosa.

L’OBIETTIVO DELL’INTERVENTO DIETISTICO 

- RAGGIUNGERE E MANTENERE IL PESO RAGIONEVOLE

- PRESERVAZIONE DELLA MASSA MUSCOLARE E DELL’IDRATAZIONE

- CAMBIAMENTO GRADUALE DELLE ABITUDINI COMPORTAMENTALI RISPETTO ALL’ALIMENTAZIONE

- RISPETTO DELLA STORIA PERSONALE DEL PAZIENTE E ACCORDO SULLE STRATEGIE INDIVIDUALI

- RISPETTARE UNA TEMPISTICA RAGIONEVOLE

- RISPETTARE I FABBISOGNI DI ENERGIA E DI NUTRIENTI INDIVIDUALI CONSIDERANDO LA PRESENZA DELLA FIBROMIALGIA E DI EVENTUALI COMORBILITA’

- RISPETTARE LE INDICAZIONI NUTRIZIONALI EVIDENCE BASED RISPETTO ALLA FIBROMIALGIA