IL DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA: IL RUOLO DEL DIETISTA

Ci sono casi in cui l’eccesso di peso non è solo la conseguenza di un semplice ed eccessivo introito di cibo e di una vita sedentaria. Ci sono casi, e sono molti, in cui esistono problemi legati alla sfera del comportamento alimentare. Alcune di queste situazioni sono identificate con il nome di DAI (Disturbo da Alimentazione Incontrollata) o BED (binge eating disorder). L’età di insorgenza è variabile anche se compare in genere in eta più avanzata rispetto all’Anoressia Nervosa e alla Bulimia Nervosa. Il 3% della popolazione ne è colpita nel corso della vita. Circa il 10% dei pazienti che richiedono un trattamento per perdere peso soffre di questo disturbo.

Il BED è stato descritto per la prima volta nel 1959 dallo psichiatra e ricercatore americano Albert Stunkard per illustrare le caratteristiche di un sottogruppo di pazienti con obesità che riportava episodi ricorrenti di alimentazione eccessiva e incontrollata. La sua esistenza come disturbo dell’alimentazione distinto è stata però ignorata fino alla seconda metà degli anni ottanta, quando alcuni studi sulla prevalenza della bulimia nervosa nella popolazione evidenziarono che un ampio sottogruppo di individui non usava comportamenti di compenso dopo gli episodi di abbuffata. Nello stesso periodo si osservò che circa un quarto degli individui che richiedeva un trattamento per l’obesità riportava episodi bulimici ricorrenti, ma non soffriva di bulimia nervosa. Studi successivi hanno confermato che il disturbo da binge-eating presenta caratteristiche distintive rispetto alla bulimia nervosa e all’obesità, ma solo nel 2013 il disturbo è stato riconosciuto come categoria diagnostica distinta dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5).

Il disturbo da binge-eating, a differenza dall’anoressia nervosa e dalla bulimia, è una condizione clinica caratterizzata da malnutrizione per eccesso e il comportamento essenziale del disturbo è la presenza di episodi bulimici ricorrenti che però non seguiti dall’uso regolare di comportamenti di compenso, (per es. vomito autoindotto, uso improprio di lassativi o diuretici, digiuno ed esercizio fisico eccessivo), che invece caratterizzano la bulimia.

Gli episodi di abbuffata sono associati ad almeno tre delle seguenti caratteristiche:

- mangiare molto più rapidamente del normale;

- mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni;

- mangiare grandi quantità di cibo quando non ci si sente fisicamente affamati;

- mangiare da soli perché ci si sente imbarazzati dalla quantità di cibo che si sta mangiando;

- sentirsi disgustato di se stessi, depressi o assai in colpa dopo l’abbuffata.

Inoltre è presente marcato disagio nei confronti degli episodi di abbuffata. Il disturbo si accompagna spesso a sovrappeso o a obesità e può associarsi alla sindrome metabolica.

Si evidenziano 4 livelli di gravità a seconda della frequenza degli episodi di abbuffata a settimana (n°/sett): lieve 1-3/sett; moderato 4-7/sett; grave 8-13/sett; estremo >14/sett

La maggior parte delle problematiche fisiche associate al disturbo da binge-eating, infatti, sono proprio correlate all’eccesso di peso come il diabete, le malattie cardiovascolari, l’osteoartrosi, la sindrome delle apnee ostruttive, la sindrome dell’ovaio policistico, la steatosi epatica non alcolica e alcuni tipi di cancro. Alcuni studi hanno anche osservato che il disturbo da binge-eating sembra conferire un maggiore rischio per lo sviluppo delle componenti della sindrome metabolica (cioè obesità addominale, dislipidemia, ipertensione arteriosa e alterata glicemia a digiuno) rispetto a quello attribuibile alla sola obesità.

Il principale scopo della terapia è l’eliminazione delle abbuffate e, se necessario e in accordo con il paziente (ma in assenza di particolari controindicazione come storia pregressa di anoressia nervosa e di bulimia nervosa o un’associazione tra restrizione dietetica e aumento del numero degli episodi bulimici), la successiva perdita di peso. Gli altri obiettivi da perseguire sono la cura della psicopatologia associata, come l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e del controllo dell’alimentazione, i disturbi dell’umore e di ansia. In Italia sono praticati alcuni trattamenti promettenti per il disturbo da binge-eating che integrano l’intervento di riabilitazione nutrizionale con quello psicologico. Va comunque sottolineato che le evidenze attuali non permettono di giustificare elevati gradi di raccomandazione, e sono collegate principalmente al miglioramento e alla remissione del disturbo dell’alimentazione piuttosto che al calo ponderale.

Una delle terapie più efficaci del BED è la “terapia cognitivo comportamentale più terapia di perdita di peso basata sulla modificazione dello stile di vita”. Questo trattamento ambulatoriale, in corso di valutazione, è stato ideato per affrontare sia i meccanismi psicopatologici che operano nel mantenere le abbuffate sia, se non controindicata, la perdita di peso. I meccanismi di mantenimento eterogenei che operano nel mantenere gli episodi bulimici nel disturbo da binge-eating sono affrontati in moduli specifici con procedure derivate dalla moderna terapia cognitivo comportamentale transdiagnostica (nota anche con l’acronimo CBT-E), il trattamento oggi considerato più efficace per la cura della bulimia nervosa negli adulti.

La perdita di peso, se indicata, è affrontata in un modulo specifico con un moderno programma di modificazione dello stile di vita basato sulla terapia cognitivo comportamentale la cui efficacia è stata testata in un recente studio controllato italiano.

Il programma base ha una durata di 20 settimane ed è suddiviso nei cinque moduli seguenti:

Modulo 1. Instaurare l’automonitoraggio

Modulo 2. Mangiare in modo regolare

Modulo 3. Fare il bilancio

Modulo 4. Affrontare gli episodi bulimici residui

Modulo 5. Concludere il programma e prevenire la ricaduta

Al programma base può essere associato il modulo aggiuntivo “Affrontare l’immagine corporea negativa” se questa caratteristica clinica è presente e contribuisce a mantenere gli episodi bulimici. Per gli individui in cui il disturbo da binge-eating è coesistente con l’obesità o con il sovrappeso associato a uno o più indicatori di aumentato rischio cardiovascolare, può essere aggiunto al programma base il modulo aggiuntivo “Affrontare la gestione del peso in eccesso”. Il modulo non è indicato se è presente una storia pregressa di anoressia nervosa e di bulimia nervosa o un’associazione tra restrizione dietetica e aumento del numero degli episodi bulimici.