SOCIAL MEDIA E STILE DI VITA
Quando si parla do social media e stile di vita l’argomento è molto complesso e articolato.
Intanto è bene specificare che con l'espressione "social media" si fa riferimento a tutti quei mezzi di comunicazione che rendono possibile creazione, condivisione e scambio di contenuti generati dagli utenti attraverso l'uso di piattaforme web (aggiungerei anche tv e radio anche se unidirezionali).
Credo sia anche necessario dare una definizione di stile di vita: è l’insieme di quei comportamenti che gli individui assumono nella quotidianità e che incidono in modo significativo sulla salute, non tanto intesa quale “assenza di malattia”, quanto come qualità della vita e di benessere percepito.
Cosa può succedere quando l’uso dei social media influenza lo stile di vita? Le due facce della stessa medaglia!
Da una parte...
Un numero crescente di pubblicazioni associa l'uso eccessivo e coinvolgente dei social media a conseguenze negative dal punto di vista fisico, psicologico, sociale e neurologico; la durata, il contenuto, l'uso dopo il tramonto, il tipo di supporto e il numero di dispositivi sono componenti chiave che determinano gli effetti del tempo sullo schermo. Gli effetti sulla salute fisica provocati dal tempo eccessivo davanti allo schermo sono scarse ore di sonno, fattori di rischio per malattie cardiovascolari come ipertensione, obesità, basso colesterolo HDL, scarsa regolazione dello stress e insulino-resistenza. Altre conseguenze sulla salute fisica includono disturbi della vista e ridotta densità ossea.
Tra questi, l’aumento di peso è uno dei risultati meglio documentati dell'esposizione ai media. Molti studi supernazionali trovano relazioni tra l'esposizione ai media e l'aumento dei rischi di obesità. Studi controllati randomizzati sulla riduzione del tempo davanti allo schermo in contesti comunitari hanno evidenziato una riduzione dell'aumento di peso nei bambini, dimostrando una relazione di causa ed effetto.
Le prove attuali suggeriscono che l'esposizione ai media porta all'obesità nei bambini e negli adolescenti attraverso:
- l'aumento del consumo durante la visione;
- esposizione al marketing di alimenti e bevande ad alto contenuto calorico e a basso contenuto di nutrienti che influenza le preferenze dei bambini, le richieste di acquisto, le abitudini di consumo;
- ridotta durata del sonno;
- aumento della sedentarietà.
Questa situazione è stata anche avvalorata da un importante studio condotto alle isole Fiji condotto da Becker, Gilman e Burwell nel 2005; la ricerca ha dimostrato come l’arrivo dei mass media e della “nuova” società abbia determinato un’incidenza maggiore di obesità da una parte e di disturbi del comportamento alimentare dall’altra in una popolazione che precedentemente non aveva manifestato alcun caso. Le ragazze, infatti, erano state esposte a programmi televisivi occidentali e dopo solo un anno avevano esplicitato il desiderio di modificare e rimodellare il proprio corpo.
Dall’altra…
La società odierna è completamente sommersa dalla cultura della dieta ovvero è un insieme di comportamenti, pensieri, regole, credenze e sistemi valoriali creduti salutari, legati al cibo, alla relazione con il peso e il corpo in cui la magrezza è associata a valori morali e a costrutti come bellezza, successo e salute. La diet culture impone il concetto che i corpi “magri” sono più giusti, accettabili, desiderabili, salutari e di valore a differenza dei corpi rotondi.
Come si manifesta sui social la diet culture? Si evidenzia attraverso post che enfatizzano l’ideale di magrezza, post che diffondono l’idea che mangiare light sia migliore dell’alimento classico, spesso è sostenuta da influenzer che mostrano il loro “what i eat in a day” come modello da seguire, il culmine avviene nei post del corpo prima e dopo un certo dimagrimento, inoltre una parte delle informazioni sull’alimentazione che si trovano sui social provengono dai non addetti al settore. Questo fenomeno può essere un elevato fattore di rischio per lo sviluppo di comportamenti e pensieri disfunzionali verso il cibo, il peso e il corpo in chi utilizza queste informazioni.