DISTURBI ALIMENTARI: I CAMPANELLI DI ALLARME

Quando si parla di disturbi del comportamento alimentare, è stato visto che prima è l’inizio dell’intervento terapeutico e maggiore è la probabilità di successo. Per questo motivo è bene sapere quali sono i campanelli di allarme per identificare se si tratti di un problema di questo tipo.

In generale, le modalità di alimentazione più frequentemente rilevate nei disturbi dell’alimentazione comprendono tre principali quadri: restrizione dietetica, abbuffata e comportamenti di compenso.

 

Restrizione dietetica

La restrizione dietetica è definita dalla limitazione volontaria dell’apporto di cibi al fine di ridurre l’apporto energetico e ottenere un calo ponderale o un controllo del peso. Nell’anoressia nervosa o nella bulimia nervosa negli intervalli tra le abbuffate, la restrizione dietetica può essere inizialmente moderata, ma in tempi più o meno lunghi diventa estrema e rigida e, nelle forme avanzate, l’introito di calorie quotidiano può limitarsi anche a sole 300-600 kcal.

Le modalità di restrizione dietetica sono molteplici.:

- Esclusione di uno o più pasti della giornata fino a periodi di digiuno totale

- Selezione di alimenti a bassa densità energetica con l’esclusione dei cibi più ricchi di calorie e di grassi o ritenuti tali, tra cui soprattutto i condimenti

- Adesione a una dieta vegetariana o vegana, ricca di fibre e a più basso contenuto energetico.

Questi comportamenti sono stati confermati da studi che hanno confrontato lo stile alimentare di adolescenti e giovani affette da anoressia nervosa con quello di coetanee sane. Si è osservato un introito ridotto di tutti i tipi di grassi e un più elevato consumo di fibra alimentare, mentre non vi è sempre accordo tra le indagini sul consumo di carboidrati e di proteine. L’accettazione di consumare cibi ad alta densità energetica sembra essere un fattore prognostico più positivo dello stesso aumento dell’introito calorico totale raggiunto tramite cibi a minore densità energetica.

- Ridotta varietà di scelte alimentari, con consumo di diete monotone contenenti gli stessi pochi cibi a ogni pasto. La ridotta varietà tende a persistere anche in fase di recupero del peso e sembra associarsi a una prognosi peggiore.

 

Alla restrizione dietetica sono spesso associati comportamenti che hanno lo scopo di ridurre e tollerare meglio le sensazioni di fame e di disagio associate alla limitazione dell’introito calorico o di aumentare le possibilità di successo. Alcune delle strategie più frequentemente praticate da questi pazienti sono elencate di seguito.

- Scelta di alimenti poco appetibili, restrizione della varietà di cibo, limitazione della disponibilità di cibo, rinvio dei pasti e rigidità degli orari di consumo; ritualità di vario genere dalla sequenza invariata di consumo dei cibi, della loro tipologia, delle dimensioni e del colore alla costanza degli utensili utilizzati e dei luoghi dei pasti. I rituali hanno l’obiettivo di ridurre l’ansia associata con l’assunzione di cibo, di aumentare il controllo nei confronti dell’alimentazione e spesso sono accentuati dagli effetti della malnutrizione. Talora vi è può essere un utilizzo aumentato di sale, pepe, aceto, senape nel tentativo di controllare la sensazione di fame tramite sapori forti.

- Introito di alimenti o bevande il cui volume attivi i meccanocettori gastrici favorendo una sensazione di sazietà come, per esempio, bere molta acqua o bevande dolcificate, consumare verdure scondite o fiocchi di crusca, ricche di fibra o introdurre bevande acaloriche molto calde quali caffè, tè, tisane, brodo vegetale.

- Creazione dell’illusione di consumare un pasto di una certa entità distribuendo il cibo su tutto il piatto, tagliandolo in piccoli pezzi, preparando bocconi molto piccoli, separandoli con lentezza dalla massa principale e mangiando con estrema lentezza o masticando a lungo gomme senza zucchero.

- Consumo di bevande nervine contenenti caffeina o teina (caffè, tè, bevande con dolcificanti) per il loro effetto energizzante e di aumento della vigilanza sull’introito di cibo.

- Evitamento di situazioni familiari o sociali in cui sia presente del cibo, adducendo scuse di impegni o di aver già mangiato o di avere problemi di digestione o di salute; mangiare da soli, in modo da scegliere liberamente e senza controlli o critiche i cibi da consumare.

- Alimentazione vicaria, ovvero “mangiare attraverso gli altri” osservandoli, passando loro il proprio cibo, cucinando cibi energetici, per esempio torte e dolci per familiari o amici.

- Mantenimento di una costante attenzione verso il cibo (preoccupazione per il cibo e il controllo dell’alimentazione).

- Pratica di un’attività fisica eccessiva e compulsiva al fine di bruciare più calorie e perdere peso.

 

La restrizione dietetica si associa a carenze non solo di energia ma anche di nutrienti essenziali quali aminoacidi, acidi grassi essenziali, vitamine e minerali.

 

Abbuffata

Un’abbuffata è caratterizzata da entrambi gli aspetti seguenti:

(1) mangiare, in un periodo definito di tempo (per es. un periodo di due ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili;

(2) sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (per es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non controllare cosa o quanto si sta mangiando).

Questo tipo di abbuffata è chiamata “oggettiva” perché la quantità di cibo consumata durante l’episodio è oggettivamente elevata; tale comportamento va differenziato da altre forme molto frequenti di alimentazione eccessiva come l’abbuffata “soggettiva”, in cui la sensazione di perdita di controllo non è associata all’assunzione di una quantità di cibo oggettivamente elevata. I cibi ingeriti durante l’abbuffata sono, in genere, quelli evitati nelle fasi di restrizione dietetica, ad alta densità energetica, ricchi di zuccheri e grassi, (per es. dolci, gelati, cioccolata, ecc.), facili da ingerire e spesso di più basso costo. Detto questo un campanello di allarme può essere quello di vedere che le scorte di cibo finiscono in breve tempo o di trovare confezioni di alimenti vuote in altre stanze.

 

Comportamenti di compenso

L’abbuffata oggettiva e soggettiva può essere seguita da comportamenti di compenso per eliminare le calorie assunte in eccesso. I comportamenti di compenso possono essere divisi in:

- eliminativi per esempio il vomito autoindotto o l’uso improprio di lassativi o di diuretici. In questo caso un campanello di allarme può essere quello di vedere che il ragazzo o la ragazza subito dopo aver mangiato si rinchiude in bagno o trovare scatole di diuretici o lassativi in giro

- non eliminativi per esempio la restrizione dietetica e l’esercizio fisico. In questo secondo caso la persona svolgerà molta attività fisica eccessiva e compulsiva, anche in orari insoliti della giornata ad esempio prima di ogni pasto.

 

In alcuni casi come il Binge Eating Disorder (il Disturbo da Alimentazione Incontrollata) l’abbuffata non è seguita da comportamenti di compenso.

 

Altri campanelli di allarme possono essere osservarsi troppo spesso e a lungo allo specchio, evitare di mostrare il proprio corpo indossando vestiti larghi, toccare spesso il corpo ad esempio la pancia o lo spazio tra le cosce, pesarsi troppo spesso o per niente. Questo comportamento è un campanello di allarme per il disturbo dell’immagine corporea, caratteristica che dei DCA.

 

Fonte: Quaderni della salute 2017