La vitamina B12 è un composto organico idrosolubile, quindi solubile nell’acqua, necessario per la nostra sopravvivenza. La vitamina B12 è speciale perché è l'unica molecola di interesse biologico che contenga cobalto, ecco perché viene anche chiamata cianocobalamina.
La vitamina B12 presente negli alimenti è liberata, una volta ingerita, grazie all’acidità gastrica e per azione di enzimi gastroenterici; a questo punto si lega al fattore intrinseco gastrico che favorisce il suo assorbimento attraverso un meccanismo recettore-mediato che richiede calcio e un’acidità superiore a 6. Una volta nel sangue la vitamina B12 si lega a particolari proteine di trasporto.
La vitamina B12 è soggetta ad una circolazione entero epatica; cioè è secreta dalla cistifellea con la bile e è riassorbita nell’intestino. Il riassorbimento è pressoché completo cosicché anche in assenza di questa vitamina dagli alimenti, sono necessari anni prima che si sviluppi una sintomatologia da carenza. Attenzione! Questo però è vero solo per gli adulti perché con il tempo hanno accumulato questa vitamina nel fegato; purtroppo non è altrettanto vero per bambini che non avendo ancora accumulato una quantità discreta, corrono il rischio di ipovitaminosi, soprattutto nel caso di una dieta scorretta e sbilanciata come quella vegana e vegetariana non correttamente equilibrata, monitorata e integrata.
Nel caso in cui la capacità assorbente intestinale sia compromessa o in caso di mancata produzione di fattore intrinseco gastrico o in caso di scarso apporto con l’alimentazione, si sviluppano i primi segni di deficienza entro qualche mese/anno.
Si possono distinguere 2 tipi di deficienza: primaria e secondaria.
La deficienza primaria è caratterizzata da un inadeguato consumo. Come anticipato prima, è abbastanza rara negli adulti che ad un certo punto hanno deciso di seguire un’alimentazione vegana, perché nel fegato si crea una scorta; ci vogliono decenni prima che si sviluppi una sintomatologia. Più a rischio sono invece i bambini di genitori che non propongono loro un’alimentazione bilanciata per l’età e i figli di madri già deplete. In questo secondo caso infatti la quantità di vitamina B12 nel latte può essere scarsa a fronte di depositi nella madre già compromessi. Mentre nella madre si possono avere complicanze a livello subclinico, nei neonati si possono avere complicanze neurologiche ben più gravi con convulsioni e problemi di sviluppo già nei primi mesi di vita.
La deficienza secondaria, come dice il nome stesso, è la conseguenza di altre condizioni: ad esempio l’assenza di fattore intrinseco (anemia perniciosa), gastroresezione, sindromi da malassorbimento intestinale, terapia farmacologica.
La distinzione tra queste 2 origini è assai importante per le ragioni terapeutiche.
La carenza di vitamina B12 produce due malattie: l’anemia megaloblastica e una neuropatia.
L’anemia megaloblastica può essere provocata non solo dalla carenza di vitamina B12 ma anche da quella di folati. È caratterizzata dal rilascio nel sangue di eritrociti (globuli rossi) immaturi a causa della difficoltà a carico dei processi di maturazione degli eritrociti nel midollo osseo dovuta all'incapacità delle cellule di sintetizzare il DNA e di dividersi. Anche altri tessuti, oltre a quelli emopoietici, vengono danneggiai, come quelli intestinali.
Esiste anche un’altra anemia legata alla carenza di vitamina B12: l’anemia perniciosa. In questo caso la carenza di vitamina B12 è la conseguenza della carenza del fattore intrinseco, molecola che ne facilita l’assorbimento. L’anemia perniciosa è quindi un’anemia megaloblastica dovuta specificamente a carenza di fattore intriseco in cui è presente anche degenerazione del midollo spinale e neuropatia periferica. In genere colpisce le persone anziane soggette a gastrite atrofica o a un processo autoimmune anche se raro.
Il pool di vitamina B12 immagazzinato in un adulto è circa 2,5 mg; questo valore non dovrebbe scendere sotto 1mg. I livelli raccomandati giornalieri di vitamina B12 variano in base all’età, al sesso, alla gravidanza e all’allattamento.
Lattanti 0,6 μg, bambini da 1 a 3 anni 0,9 μg, bambini da 4 a 6 anni 1,2 μg, bambini da 7 a 10 anni 1,6 μg, adolescenti 2,1-2,4 μg, adulti 2,4 μg, gravidanza 2,6 μg, allattamento 2,8 μg.
La vitamina B12 non è presente negli alimenti di origine vegetale; si trova soprattutto in alimenti di origine animale come carne, pesce, latte, uova e i loro derivati. Ecco perché l’alimentazione vegana, che esclude queste categorie alimentar, è fortemente rischiosa per la vita, soprattutto dei bambini.
In caso di alimentazione vegana è quindi decisamente consigliato un integratore alimentare adeguato.